mercoledì 6 febbraio 2013

I Riti della Settimana Santa a Taranto




I riti della Settimana Santa iniziano il pomeriggio del Giovedì Santo. I Perdoni escono dalla Chiesa del Carmine procedendo in pellegrinaggio verso le principali chiese del Borgo Antico e del Borgo Nuovo. I Perdoni sono detti anche poste o coppie di Confratelli, appartengono Chiesa del Carmine e, durante il pellegrinaggio, camminano lentamente in giro per la città con un dondolio continuo detto“nazzecata”.  Il loro nome “Perdoni” (in dialetto tarantino Le Perdun) si pensa si riferisca ai pellegrini che si recavano a Roma per chiedere il perdono dei propri peccati.  Sono scalzi ed indossano un camice bianco, un cappuccio bianco con due forellini all'altezza degli occhi, una corona di sterpi poggiata sul capo; guanti bianchi, un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso oltre a una cinghia di cuoio nero attaccata in vita e, infine, portano una mazza alta circa due metri che simboleggia l'antico bastone dei pellegrini. 

Entro la mezzanotte del Giovedì rientrano nella chiesa madre nello stesso momento in cui dalla Chiesa di San Domenico del Borgo Antico parte la Processione della Madonna Addolorata che percorre ne le strade giungendo sino al Borgo Nuovo per poi ritornare nella chiesa del Carmine. La statua della Madonna viene trasportata dai confratelli che indossano il loro vestito tradizionale composto da un camice bianco, un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, una cinta di stoffa nera bordata di bianco con quattro fasce, una mozzetta nera bordata di bianco, abbottonata sul davanti e con una piastra di metallo raffigurante l'Addolorata; un cappello nero bordato di bianco, un cappuccio bianco con due forellini all'altezza degli occhi, una corona di sterpi poggiata sul capo, calze e guanti bianchi, scarpe nere con coccarde nastro bianco e bottone nero applicati su di esse. La processione è accompagnata da marce funebri, è composta dal Troccolante che apre la processione al suono della Troccola; dalle Pesare che rappresentano le pietre scagliate contro Gesù; dalla Croce dei Misteri; la Terza Croce; la Seconda CroceLa Prima Croce, il Trono, l'Addolorata. Vi sono inoltre quattro coppie di poste prima dei Crociferi e due prima del Trono, nonché due Mazze che hanno il compito di mantenere ordinata la processione e di sostituire i confratelli in caso di necessità. La Processione dell’Addolorata dura tutta la notte e si conclude il pomeriggio del Venerdì Santo quando dalla Chiesa del Carmine parte la Processione dei Misteri costituita dalle statue che simboleggiano la passione di Gesù. Gli elementi della processione sono i seguenti: Troccola, strumento che apre ancora una volta la processione, il Gonfalone, ovvero la bandiera della confraternita, la Croce dei misteri, il Cristo all'Orto, la Colonna, l'Ecce Homo, la Cascata, il Crocifisso, la Sacra Sindone, il Gesù Morto, l'Addolorata. Vi sono inoltre tre coppie di poste sistemate davanti alle statue e sette Mazze che hanno il compito di mantenere ordinata la processione e di sostituire i confratelli in caso di necessità. 


La processione rientra nella Chiesa del Carmine la mattina del Sabato Santo quando il  Troccolante bussa con la mazza sulla porta della Chiesa affinché venga aperta per riaccogliere le statue.

Ida

martedì 5 febbraio 2013

Ricetta 12: Taralli Pasquali


Taralli pasquali di Taranto - Dolci e salati
Tra tutti i piatti tipici della Pasqua ho scelto i taralli (dolci e salati), specialità pugliese semplice da preparare come aperitivo o come dolce per il fine pasto. C’è una lunga storia che accompagna la preparazione dei taralli, storia che fa parte delle tradizioni di questa città e che ha un significato preciso spiegato anche nelle due ricette che leggerete di seguito.




Ingredienti per i taralli dolci
Farina 00 1 Kg
Zucchero 400 + 50 gr
Uova 6 + 1
Olio di semi di Girasole 250 cc
2 bustine di lievito in polvere per dolci
Scorza di una arancia e di un limone
Latte fresco intero q.b.

Preparazione
Fare la classica fontanella di farina, aggiungere lo zucchero e il lievito setacciandolo per evitare grumi; il lievito lo si può anche aggiungere ben sciolto in un po' di latte. Grattugiare la buccia dell'arancia e del limone. Rompere le sei uova in una coppa e versarle nella fontanella. Incorporare dolcemente l'olio di semi e ritornare ad impastare. Aggiungere del latte in modo da ottenere una pasta morbida ma non troppo, deve essere tale da adagiarsi dolcemente nella coppa in cui viene riposta. Formare i biscotti, le cui forme hanno un preciso significato collegato alla Passione di Cristo. I taralli tondi rappresentano la Corona di Spine, quelli a forma di treccina rappresentano la Frusta e quelli dalla forma un po’ più “strana” rappresentano, con un po' di fantasia, le Tenaglie. Spennellare con un uovo sbattuto e spolverare con zucchero semolato.
Infine porre le teglie infarinate, o rivestite di carta da forno, nel forno a 170° finché non assumono una bella colorazione dorata. Appena pronti riponeteli su un vassoio, o un piatto, per poi servirli accompagnati dal Primitivo dolce, ma anche secco, o da una Malvasia, nel quale possono anche essere inzuppati.
  


Ingredienti per i taralli col pepe
Farina 00 1 Kg
2 tavolette lievito di birra
Bianco Martina q.b.
Pepe macinato al momento q.b.
Sale q.b.

Preparazione
Nella fontanella di farina con la sua casetta del sale (per chi non lo sapesse, quando si fa una pasta lievitata sale e lievito non devono venire a contatto diretto per cui il sale si mette in un fossetto laterale, la casetta del sale, e viene incorporato nella farina che ha già incorporato il lievito) aggiungere il lievito, stemperato in un po' di acqua tiepida, cominciare a impastare aggiungendo tutto l'olio e quindi il vino, fino ad avere una consistenza piuttosto morbida, aggiungere pepe appena macinato senza lesinare. Formate i taralli, lasciarli crescere coperti con una tovaglia per più di tre ore, saranno pronti quando diventeranno belli panciuti e leggeri. Infornare a 170°C e cuocere fino ad una belle doratura. Anche questi, una volta pronti, poneteli su di un vassoio, o piatto, per servirli, magari accompagnati da un buon vino o amaro.

Ida